TESTI - Franco Rasma - Official

FRANCO RASMA
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Dove
Sentieri nella pittura di Franco Rasma
(Testo di Bruno Corà)

Visualizzate prcezioni di un dove la mente, scavalcati i confini dell'esistenza spinta sino al crepuscolo, si inoltra ulteriormente non senza rischio: di non ritornare più, di perdersi sui propri passi, dalla notte notturna a quella extraumana. Sentieri conosciuti solo da Rasma, che recano ai dove egli può giungere in estrema solitudine e da dove a nulla serve aver evocato lineamenti, figure, ombre e luminosità. Esserne per sempre posseduto, rimanerne è l'esito. Ora serve disporsi ad accogliere le arcane condizioni, abbandonarsi al trasalimenti, alle misteriose epifanie. Dove dei poeti, dei visionari, di quanti cpaci della vista premonitrice esitano nella caecitas rabdomantica. Sospeso sogno, dove si coltiva la pianta feconda dei labirinti, labili come un dispaly elettrico e dove torni al calare delle tenebre; non sappiamo né da dove veniamo né dove andiamo e tutto è davanti a noi in questo momento deserto di azioni. L'enigma non più meridiano né autunnale è giunto all'incipiente notte da dove non si tornerà, seguitando a inoltrarsi dove l'oscurità è una mano che trattiene dall'avanzare anche di una sola spanna. Affrettiamo i passi, ancora un atto di volontà, viandanti che già vi trovate a metà del transito! Tutti nella medesima condizione di prestito, spogli da ogni vanità, avanziamo fin dove possibile! Verso l'orizzonte, dove ogni rivelazione emerge con il chiarore degli istanti fatidici.
Where
Pathwais in the painting of Franco Rasma
(Text by Bruno Corà)

Focused perceptions of some place where the mind, once oversteped the boundaries of the existence pushed along to dusk, ventures further on taking a lot of risque: risque of no more coming back, of getting lost on one's footsteps, from the nocturnal night to the superhuman one. These are the paths known only by Rasma, that lead to the places where he can get in full solitude dhe from where every evocation of feautures, figures, shades or brightnesses is useless. The result is being always possesed and remaining. Therefore one needs to place oneself in such a way to welcome the arcane conditions, abandon to the startling, misterious epiphanies. The place where poets, visionaries, all those able of premonitory sight hesitate in the caecitas of diviners. Suspendet dream, where the fruitful plant of the labirinths grows, labile as an electric display where you come back after dark; we know neither where we come from nor where we are going and everything is in front of us in wright now a desert of void actions. The enigma no longer a midday one nor autumnal has come to the incipient night of no return, advancing farther where the darkness is a hand that holds even from advancing just one sigle span. We hasten our steps, in our last act of will, travelers who already reached the mid-transit. All in the same condition of loan, undressed from any vanity, we advance as far as possible! Toward the horizon, where each revelation emerges with the glow of the fateful moments.
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